venerdì 15 maggio 2015

Un senso (e che senso!)



Un post rapidissimo nel mezzo dei (benedetti e piacevoli) nuovi impegni che da qualche tempo stanno coinvolgendo l’autore del blog.

Come ogni isolese sa, il campionato è finito con il Vecchio Castagna che si è strameritato l’unico posto teoricamente disponibile per salire in Seconda categoria. L’Isolese può farsi vanto di un secondo posto che va oltre ogni più rosea previsione: se l’è guadagnato vincendo in rimonta 2-1 col San Martino in un’altra esaltante partita “da Isolese”, e l’ha confermato sistemando 2-0 il Don Bosco nel giro di 15 minuti (peccato per il resto della partita: risultato congelato ma Rivara e Navone infortunati). La sconfitta 2-1 col Davagna, a posizioni di classifica ormai definitive, è stata una buona vetrina per i giocatori meno utilizzati durante l’anno, in cui è mancata solo un po’ di fortuna.

Quindi, ora, cosa succede domenica (vedi volantino)? A livello strettamente agonistico, dobbiamo dirlo in assoluta sincerità, niente di che. Malgrado la dicitura “Finale di playoff”, non ci si gioca praticamente niente. Perché il playoff - lo avevamo già spiegato qui - non assegna promozioni dirette, ma tutt’al più rimescola la graduatoria da cui scegliere le squadre da ripescare. E il cambiamento più grosso - che è anche l’unico possibile - è che l’Isolese passi terza e l’Olimpia seconda. Il che, visti i ripescaggi a strascico che la Lega Dilettanti genovese suole operare ogni estate, non dovrebbe rappresentare un problema né per l’una né per l’altra compagine. Insomma, la partita che decide il futuro dell’Isolese non si gioca domenica ma nelle settimane successive. Non su un campo da calcio ma sulle scrivanie e nelle sale riunioni. Cominciando proprio da martedì 19 maggio, in via Dino Col, con un’assemblea a cui sono stati convocati tutti i presidenti di Terza Categoria e nella quale, presumibilmente, si inizierà ad intravvedere qualche scenario.

La lunghissima premessa ci porta a capire l’importanza della partita di domenica. Eh già, perché l’Isolese è riuscita a dare un senso a un match che di senso ne aveva poco. L’Isolese torna al Monte Moro, il campo con gli spogliatoi biancoverdi, il terreno che coi suoi troppi problemi aveva reso necessario l’amaro trasferimento a Busalla. La stagione si chiude con una vera e propria partita in casa, in tutti i sensi. L’orario (domenica alle 13) è un po’ improbabile ma non c’era margine di manovra: troppi i paletti federali su giorni e orari (per dirne una: non si poteva assolutamente giocare in notturna), che sommati alle indisponibilità delle due squadre hanno prodotto questa collocazione un po’ da lunchtime di Sky. Poco male: perché quella di domenica sarà una vera e propria festa biancoverde, con rinfresco e tutto quanto. Un’occasione per festeggiare un’annata incredibile, e per darci la carica per la prossima.

La radiocronaca diretta? Ci sarà, per chi non potrà assistere alla gara. Ma se farò il record negativo di ascolti sarò felice.

mercoledì 22 aprile 2015

Non si passa



Se l'Isolese ha riscattato la figuraccia di Sampierdarena vincendo per 2-0 contro il Ravecca è anche perché la squadra avversaria non ha quasi mai passato la metà campo.
Se la squadra avversaria non ha quasi mai passato la metà campo, però, non è soltanto per l'innegabile giornataccia della formazione biancazzurra. Il Ravecca qualche idea di gioco ha provato a metterla giù, ma si è sfaldato quando ha capito che la grande forza dell'Isolese (lo diciamo da tempo) è l'interdizione. Quando l'avversario parte dalla propria trequarti, sa che ci sarà sempre un Mignacco, un Rivara (che partita sabato!), un Tiddia, un Repetùn e tanti altri - non sto a fare l'elenco completo - piazzato nel posto giusto. Il passaggio filtrante sarà intercettato; il giocatore di fascia sarà chiuso e infine costretto a una teoria estenuante di rimesse laterali. Quando la frustrazione indurrà i rivali dell'Isolese ad abbandonare i tentativi di calcio "vero" e a provare i classici lanci lunghi alla sperindio, ecco la contraerea costituita dalle capocce ancora di Mignacco, di Schiappacasse, Bertero e Mattana. Insomma, la partita col Ravecca - ma anche, a memoria nostra, quella di ritorno col Montoggio è l'ennesima dimostrazione che il concetto di "miglior difesa del campionato" va a braccetto con quello di "miglior centrocampo".
Poi, a differenza di Montoggio-Isolese 0-2, in attacco si è vista qualche ideuzza. Brasesco, al di là del gol contro la sua squadra-vittima preferita, ha giocato la miglior partita in biancoverde. Benissimo anche i colleghi di reparto Daga e Navone: gol e occasione sfiorata per il primo, traversa per il secondo.

L'ingresso matematico dell'Isolese nei playoff è avvenuto qualche settimana fa: non l'abbiamo nemmeno sottolineato, presi com'eravamo dall'inseguimento del Vecchio Castagna. Inseguimento sul quale la scienza matematica sta per emettere verdetto: ai gialloblu basta una vittoria in una delle prossime tre partite per festeggiare. Cosa deve fare, quindi, l'Isolese? A livello di classifica, cercare di tenere oltre i 7 punti il distacco dalla quinta classificata (ora sono 11) per risparmiarsi una partita di playoff e passare direttamente alla finale per difendere il secondo posto. A livello di squadra, dimostrare di aver perso il vizio del sonnellino sugli allori, e giocare le prossime tre partite (San Martino fuori, Don Bosco in casa, Davagna fuori) al massimo. Il che significa impegnarsi, possibilmente vincere, e soprattutto eliminare una volta per tutte il viziaccio di fare troppe chiacchiere in campo. Diventare una squadra più matura, insomma. Può essere utile per l'anno prossimo, visti i ripescaggi a strascico che la Lega Dilettanti suole effettuare ogni estate.

martedì 31 marzo 2015

Galleria

Belo Horizonte, 29 giugno 1950: USA-Inghilterra 1-0.


Middlesbrough, 19 luglio 1966: Corea del Nord-Italia 1-0.


Catania, 4 giugno 1961: Catania-Inter 2-0.


Roma, 20 aprile 1986: Roma-Lecce 2-3.


Novara, 20 settembre 2011: Novara-Inter 3-1.





Milano, 8 giugno 1990: Argentina-Camerun 0-1.


Peccato che non esista un filmato di Sampierdarena-Isolese 2-1 del 29 marzo 2015. Altrimenti, questa galleria di clamorose sconfitte dovute a superficialità, sottovalutazione dell'avversario, esperimenti tattici, deconcentrazione, sarebbe stata completa.

martedì 24 marzo 2015

Viaggio al centro dei playoff


Buonasera, e benvenuti a una nuova puntata di "F-Files", la trasmissione che esplora i misteri del calcio.
Stavolta vi porteremo a viaggiare intorno alla creatura più strana e inquietante che popola gli incubi degli appassionati di calcio dilettantistico: i playoff di Terza categoria.
Si tratta, infatti, di un essere piuttosto infido. L'aspetto dei playoff di Terza categoria, a prima vista, è lo stesso dei suoi nobili e lontani parenti, come i playoff di Serie B (che assegnano al vincitore un sudatissimo posto in serie A) o quelli del campionato di basket (da cui esce il trionfatore dello scudetto). D'altronde il meccanismo è sempre quello. Fatto salvo che chi vince il campionato va in Seconda categoria, si scontrano in partite secche la seconda contro la quinta classificata e la terza contro la quarta. C'è da dire che se tra le rispettive coppie (2a-5a e 3a-4a) ci sono più di 7 punti, la gara non si gioca e viene data vinta alla meglio classificata. Per esempio, se il campionato finisse oggi, l'Isolese sarebbe esentata dalla partita contro l'Isolani, distante 14 punti; allo stesso modo l'Olimpia salterebbe il confronto col Ravecca (+8). Si giocherebbe lo scontro finale tra le due vincitrici (gioca in casa sempre la miglior classificata). E qui arriviamo all'inghippo.

A differenza degli esempi citati, infatti, i playoff di Terza categoria non servono a un bel niente.
O meglio, servono soltanto a rimescolare un po' la classifica. Ma quanto a sostanza, vittorie, traguardi, premi, trofei... nada de nada. La squadra vincitrice della finale dei playoff di Terza categoria non fa il giro del campo agitando bottiglie di spumante, non improvvisa balli e cori sguaiati nello spogliatoio, non va a spasso per le vie del quartiere o del paese compressa sul cassone di un'Ape Poker (siamo in Terza, i bus scoperti costano). Questo perché, dopo il triplice fischio, non ha in mano niente. Al posto del biglietto d'accesso per campionato di Seconda categoria, alla vincitrice viene consegnato metaforicamente un foglietto a quadretti con scritto a biro: "Complimenti, se dovremo ripescare una squadra, la prima telefonata la faremo a voi. Ci sentiamo semmai, intanto buone vacanze".
Proprio così: per chi non lo sapeva (non poca gente, viste le richieste di delucidazione giunte all'autore di questo blog), possiamo confermare che i playoff servono solo a creare una graduatoria nel caso in cui si liberassero dei posti nel campionato superiore. Un po' come i supplenti delle scuole: bisogna stare pronti col telefono acceso.

Ora, mi rendo conto che messa giù così è proprio brutta, quindi aggiungerò qualche dato un po' più confortante, al di là del fatto che l'Isolese è seconda e ancora in lotta per il primo posto. E cioè che tale è la strage estiva di società dilettantistiche (tra fusioni, rinunce, "congelamenti", cancellazioni) che nelle ultime tre stagioni del minimo campionato federale, i ripescaggi sono stati così tanti da tirar su in Seconda tutte le squadre che li hanno disputati, più qualcun'altra. In particolare, l'anno scorso sono state 4 le squadre ripescate. Nel 2012-13, addirittura, sono andate su otto (otto!) società "extra", praticamente mezzo tabellone. Il paradosso si è avuto in una provincia calcisticamente meno popolosa come La Spezia, le superstiti di Seconda e Terza categoria sono state accorpate in un unico campionato. 

Sarà così anche quest'anno? Chi lo sa. A parte il fatto che non è bello augurarsi le disgrazie di nessuna società (basta mezza stagione per capire le spaventose difficoltà e i sacrifici necessari alla conduzione di una squadra), bisognerà capire nel caso quale sarà l'orientamento della delegazione Lnd di Genova: il dimagrimento della Seconda e l'"ingrasso" della Terza o viceversa. E comunque vada, certe decisioni vengono prese piuttosto tardi nel corso dell'estate, per cui c'è anche la possibilità di allestire una squadra senza sapere di preciso in quale categoria giocherà. 

Infine, la differenza tra una bella festa ben preparata a maggio e una frettolosa a fine agosto credo sia chiara a tutti, no? Quindi sappiamo tutti cosa fare in queste ultime 5 partite. Forza Isolese!

lunedì 16 marzo 2015

Ancora in corsa

Diamo per scontato che tutti sappiano quel che è successo nel mesetto di stasi del blog. Abbiamo vinto col Granarolo, poi a casa (in esilio) del Montoggio; siamo finiti su Dribbling proprio negli stessi minuti in cui il Vecchio Castagna perdeva 4-3 dall'Avosso in una partita in cui è successo di tutto. Qualche ora dopo, sempre sullo stesso campo che poi è quello di Busalla, siamo riusciti a perdere 1-0 con l'Atletico Genova in una partita in cui è successo ancor di più. Alessio Repetto ha sbagliato un rigore, Daga (rientrato da infortunio) ha preso un palo, l'arbitro esordiente fischiava fallo ad ogni contatto fisico, roba che nemmeno nel basket (e in queste "carezze" sanzionate rientra anche quella che ha portato alla punizione-gol di Bocchiardi). Distanza dalla vetta sempre di 5 punti, patemi vari, psicoanalisi freudiana che prende il sopravvento sulla tecnica: càpita, quando si danno certe cose per scontate, e tra queste cose c'è la propria superiorità.

Bene. Il funerale è finito e si è trasformato in festa esattamente 7 giorni dopo. La partita che l'Isolese ha vinto contro l'Olimpia è stata la migliore di tutto l'anno. Non abbiamo sbagliato niente, e nel "niente" si comprende ogni cosa: anche il riscaldamento pre-partita. La squadra di Bogliasco, in casa, aveva sempre vinto. Neanche un punto concesso. L'Isolese se n'è presi tre, vincendo 2-0 (Brasesco, Rivara) e costringendo gli avversari a giocare in contropiede per tutto il primo tempo. Che l'Olimpia, coi suoi continui raddoppi di marcatura e gli schemi palla a terra preferiti al tristemente tipico "lancio lungo e speriam bene", giocasse a un livello superiore più o meno lo si sapeva. L'Isolese si è però perfettamente adeguata, coprendo tutti gli spazi e occupando per lunghi minuti la metà campo avversaria. Stavolta, insomma, al cospetto di una squadra forte e attrezzata i biancoverdi non si sono sciolti come contro il Vecchio Castagna. Ne è nata una sorta di anticipo di Seconda categoria, almeno dal punto di vista tecnico. Tra le belle sorprese, la versatilità di alcuni elementi, circostanza in cui il sottoscritto non credeva molto ed è felicissimo di avere sbagliato. Pisacane e Alessio Repetto difensori esterni impeccabili, Tiddia centrale in anticipo anche sull'orologio di Greenwich hanno risolto il problema degli infortuni e delle assenze che hanno momentaneamente cancellato la retroguardia titolare.

Complice il turno di riposo del Castagna, ora l'Isolese è a -2 dal primo posto. Poi certo, l'11 aprile siamo noi a star fermi un giro e così tutto si compensa. Ma la notizia è che siamo ancora lì in corsa per vincere l'intera posta, proprio quando lo sgonfiamento definitivo era dietro l'angolo.

giovedì 19 febbraio 2015

Cinque a quattro



E' il risultato complessivo (sfavorevole) dopo le quattro partite disputate durante la latitanza di questo blog. Siamo partiti dalla vittoria facile sull'Avosso per 3-1. Siamo incappati nella prima, bruciante sconfitta a casa del Vecchio Castagna (4-1), poi abbiamo messo assieme due pareggi a reti bianche: con la Pro Pontedecimo (male) e a Multedo contro il Pegli (un po' meglio). Insomma, non proprio un momento d'oro, anche perché l'imbattibilità che rendeva - giustamente - orgoglioso il mondo biancoverde è stata perduta nella peggiore occasione e nel peggior modo possibile: un testa a testa in cima alla classifica in cui l'Isolese, infilata dopo 40 secondi, è riuscita faticosamente a dire la sua soltanto nella seconda metà del primo tempo, per poi lasciare il campo alla manifesta superiorità degli avversari. Con le dovute proporzioni, una specie di Brasile-Italia del '70. 
Poi, il pullman che ha portato in trasferta 50 tifosi da Isola per una partita di Terza Categoria rimarrà nella storia, ma il contraccolpo psicologico per la mancata festa si è fatto sentire. E infatti, l'Isolese è riuscita a fare il minimo indispensabile: due pareggi per zero a zero. Contro la Pro Pontedecimo, oltre a quella di Daga già fuori causa a Quarto, si sono aggiunte le assenze per squalifica di Schiappacasse e Tiddia, e quella per infortunio di Piaggio. Immediata la regressione, sul piano del gioco, col povero Navone a sobbarcarsi il peso dell'attacco. Qualcosa in più, in termini di gioco e di occasioni, si è visto a Pegli (anche se, ammetto, alla partita non c'ero). 

Insomma, quella che abbiamo descritto qui sopra è la cronaca di un calo tecnico in una squadra di vertice. Il problema è che dal pomeriggio del 31 gennaio sembra un po' cambiato il mondo. Un po' come se la scoperta di non essere invincibili si fosse trasfigurata nell'errata convinzione di non poter più essere vincenti. E invece queste cose, le crisi dico, succedono. Chi ce l'ha a inizio anno, chi a metà (lo sapevate che l'Isolani ha pure esonerato allenatore e assistente?), c'è chi si scioglie come un ghiacciolo ad aprile e maggio. L'Isolese la sua spettanza di difficoltà la sta avendo ora, in febbraio, complici due o tre infortuni poco simpatici. Però gli uomini in campo sono gli stessi che hanno portato l'Isolese al secondo posto, per cui mi sembra di poter dire un'ovvietà: la ripresa è dietro l'angolo. Magari fin da domenica contro il Granarolo (Busalla, 16.45). Come finirà, a maggio intendo? Vinceremo il campionato? Andremo su? Sono due discorsi diversi, che vedremo in un prossimo post. Intanto vi consiglio di non prendere impegni per domenica pomeriggio

martedì 27 gennaio 2015

10 ottimi motivi per andare a vedere l'Isolese questa settimana




1) Perché domenica il Vecchio Castagna ha pareggiato a sorpresa e ci troviamo a -3 da loro, per cui c'è la possibilità di arrivare allo scontro diretto a pari punti. E magari, poi...

2) Perché nel girone c'è un'altra squadra della Vallescrivia, il Montoggio, ma quello con l'Avosso è un po' più derby perché il destino evidentemente si diverte a incrociare la nostra storia con la loro: qualche nostro giocatore ha militato nell'Avosso; per contro, alcuni dei loro elementi risiedono a Isola o frazioni.

3) Perché proprio contro l'Avosso, all'andata, l'Isolese ha giocato la sua prima partita ufficiale. Finì in pareggio (gol di Repetùn), ma era una squadra tutta diversa: un po' impacciata, tatticamente ancora da definire. Ora è tutta un'altra cosa e possiamo dire davvero la nostra.

4) Perché un pullman (gratuito!) per andare a vedere una partita di Terza Categoria, da queste parti, non l'ha mai fatto nessuno.

5) Perché, insieme al nome "Isolese", sulla bocca degli appassionati di calcio genovesi (che sono tanti) viaggia anche il nome "Isola del Cantone": da territorio inesplorato a sede di una interessante squadra. Anche questo è marketing.

6) Perché quelli del Vecchio Castagna non lo diranno mai, ma hanno paura.

7) Perché quando l'Isolese gioca, segna e vince lo fa per gli isolesi. Molte delle squadre genovesi che affrontiamo lo fanno per quartieri in crisi d'identità o per gruppetti di amici.

8) Perché un pubblico così non ce l'ha nessuno, nemmeno ai piani superiori.

9) Perché l'Isolese gioca bene.

10) Perché per far giocare ancora meglio l'Isolese c'è bisogno del vostro meraviglioso tifo.

mercoledì 21 gennaio 2015

Destinazione Quarto




No. Malgrado le espressioni dei personaggi raffigurati nel bellissimo manifesto dell'eclettico Luca Mignone, terzino, ragioniere e grafico, la destinazione del viaggio non è l'ormai ex ospedale psichiatrico genovese, ma il campo sportivo Monsignor Sanguineti, quello che ospita le partite casalinghe del Vecchio Castagna.

Ebbene sì: l'Isolese, in vista della supersfida al vertice in programma sabato 31 gennaio, ha deciso di mettere a disposizione un servizio pullman per tutti coloro che vorranno seguire in trasferta i biancoverdi. Non c'è una tariffa fissa per partecipare, ma un'offerta libera da versare - chi vuole - il giorno della partita. L'iniziativa rende l'idea di come sia sentita questa partita in tutto l'ambiente isolese: d'altronde, al netto dell'esito delle gare del prossimo weekend, è la classifica qui a destra a testimoniarlo: una sorta di Juve-Roma, con i biancoverdi - se permettete, con le ovvie proporzioni - un po' più in forma della banda di Garcia.

Sarà il culmine di un periodo intenso per l'Isolese: il girone di ritorno si è concluso con il più fragoroso dei successi, contro il Davagna. Un 5-1 in cui l'Isolese ha messo in mostra tutte le sue qualità (potenziale offensivo ormai adeguato alla posizione di classifica, interdizione spietata con uno Schiappacasse ispiratissimo) e il Davagna ha francamente sconcertato un po' tutti: i 22 punti in classifica sono totalmente sproporzionati alla prestazione biancorossa, con una difesa in vacanza e pochissime e male abbozzate idee di gioco. Nonostante ciò, è emerso un vizio duro a morire da parte biancoverde: la convinzione che le partite finiscano non appena ci si trova in vantaggio di 2 o 3 reti. Dal 10' del primo tempo, sul 2-0, l'Isolese ha smesso di premere, finendo per subire un gol in seguito all'unica valida iniziativa avversaria e, fortunatamente, svegliandosi immediatamente: dal 3-1 di Navone in poi non c'è più stata partita.

In arrivo c'è il derby di ritorno con l'Avosso, che può essere molto più insidioso di quanto dica la classifica, e comunque - visti i molteplici incroci di ex gialloblu nell'Isolese e di residenti a Isola nell'Avosso - è una partita sentitissima, un ottimo viatico per lo scontro diretto del 31.

lunedì 12 gennaio 2015

Il gennaio biancoverde

La cosa più brutta della partita di sabato scorso, la prima dell'anno solare biancoverde, non è il rigore con cui il Don Bosco del capocannoniere Ariotti ha riacciuffato allo scadere un'Isolese che stava per portare a casa 3 punti (a proposito: c'era o non c'era? Dagli spalti abbiamo avuto l'impressione che il penalty ci potesse stare, ma registriamo l'impressione di alcuni nostri giocatori in campo, secondo i quali Ariotti sarebbe crollato a terra dopo essersi assicurato che l'arbitro lo stesse guardando). No, la cosa peggiore è che il guaio muscolare del capitano Fabrizio Bertero potrebbe non essere una sciocchezzuola. Diciamo soltanto che, a differenza di altre volte, la notte tra sabato e domenica non ha portato consiglio e ristoro alla muscolatura del 37enne difensore, che dovrà quindi sottoporsi a controlli. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno anche in una tale circostanza, dobbiamo dire che la perdita di Bertero è stata ben gestita in partita, con lo spostamento del jolly difensivo Schiappacasse sulla sinistra e l'inserimento in mezzo di "Giamba" Zuccarino, che al netto di qualche comprensibile errore minore, si è fatto trovare pronto.

Un buon punto, comunque, quello arrivato con l'1-1 di Cornigliano. Bravi più o meno tutti, viste le circostanze: squadra rimaneggiata e avversaria di tutto rispetto. Il Don Bosco sa giocare sulle fasce (pericolosa soprattutto la catena di destra Sbardellati-Tripodina) e ha quell'Ariotti i cui 15 gol in 14 partite sono perfettamente giustificati dai movimenti di cui è capace. Ha funzionato, all'uso, l'inedito 4-5-1 dell'Isolese, con Navone centravanti part time, pronto a suggerire gli spazi ai 5 centrocampisti.

Peccato soltanto che la contestuale vittoria del Vecchio Castagna sull'Olimpia abbia già laureato i levantini campioni d'inverno. Facendo invece, com'è giusto finora, la corsa soltanto con noi stessi, registriamo che manca solo un punto a quei 30 fissati come obiettivo per la fine del girone d'andata. L'occasione è da sfruttare: sabato alle 13.15 a Busalla (dimentichiamoci il Monte Moro per un po': dal test con la Sarissolese più che l'Isolese è uscito sconfitto il campo) arriva il Davagna. Poi c'è il derby con l'Avosso e infine lo scontro diretto in casa dell'attuale capolista. Direi che ci sono ottimi motivi per votare al biancoverde tutto il mese di gennaio.

PS - Se volete immaginarvi nei dettagli com'è andata sabato, o rivedere mentalmente la partita, a questo link c'è la radiocronaca integrale, primo e secondo tempo. Cliccatela, ché ci sono anche i nostri sponsor.

venerdì 9 gennaio 2015

Don Bosco e l'infermeria

Piaggio e Daga infortunati (quest'ultimo nell'amichevole persa 4-2 con la Sarissolese), Mignacco indisponibile, Alessandro Parodi squalificato, Ghio influenzato. E' con questi nomi sottolineati in rosso che Bini, dopo l'allenamento di stasera, dovrà elaborare la formazione che domani (ore 14.30 all'Italo Ferrando di Cornigliano) affronterà il Don Bosco nella penultima giornata d'andata. Scelte ristrette in attacco, con Lungaro, Navone e Brasesco a giocarsi due posti; un po' meglio gli altri reparti, anche se a centrocampo l'assenza del Braveheart di Pietrafraccia non è esattamente una buona notizia. I diffidati sono Tiddia, Mattana e Schiappacasse.

La partita è importante, sia perché l'Isolese è ormai protagonista di un testa a testa con il Vecchio Castagna, sia perché tutti gli osservatori giurano che il Don Bosco malgrado il ritardo potrebbe entrare di prepotenza nella lotta per la vetta. E' anche la sfida tra il capocannoniere del girone (Anthony Ariotti, 14 gol) e la migliore difesa. 

Fischia Trusendi di Genova, ed è il primo deja vu arbitrale della stagione. Lo abbiamo già incrociato in occasione della vittoria per 1-0 sull'Atletico Genova.