sabato 29 novembre 2014

L'avversario - Il misterioso 5 a 0

Pur  avendo a che fare con Sampierdarena non più di un qualunque altro residente della provincia di Genova, l'avversaria che ospiteremo domenica suscita nel curatore di questo blog un paio di momenti che nelle esclusive cerchie dell'alta aristocrazia romana si definiscono "Estic***i?", come dire: "Ma chissenefrega, ma chi te l'ha chiesto".

Pazienza: tanto, sul Sampierdarena 1911 in sé, poco c'è da dire se non che si tratta di un interessante esperimento voluto dalla storica Sampierdarenese 1946, la società rinata un minuto dopo quella famosa fusione che diede vita a una squadra cara a parte dei genovesi (meno della metà, comunque). Il Sampierdarena 1911 è una costola, un laboratorio dove crescono giocatori giovani (l'età media sta poco sotto i vent'anni) che, in attesa di giocare nella squadra principale, si misurano con un campionato vero e non giovanile.

A guidarli, e qui è il primo momento "Estic***i", una vecchia conoscenza isolese. O meglio, di una frazione di Isola. La seconda patria di Claudio Bernardini è Montessoro, il paese delle sue ferie estive, sul cui campetto parrocchiale fino al 1994 si è giocato un discreto torneo diurno a 7. Le squadre che vi partecipavano rappresentavano i paesi da cui proveniva la maggior parte dei giocatori, piuttosto che i bar o le autofficine che li sponsorizzavano: Marmassana, Montecanne (ne faceva parte Mauro Pisacane, papà di Riccardo e massaggiatore dell'Isolese), Camere, Rocchetta, Borassi,  San Martino, Isola, e naturalmente Montessoro. Per noi bambini era meglio dei Mondiali: tifavamo come se ne andasse dell'onore della patria. Il bello è che il Montessoro, che io ricordi, non ha mai vinto, anche se è sempre arrivato nelle prime 4: proprio come l'Italia di quegli anni. Il Montessoro aveva una maglia mai più vista da nessun'altra parte: metà bianca e metà gialla, ma divisa orizzontalmente anziché verticalmente. Malgrado questo, tutti dicevano "i gialloblu", forse perché "i biancogialli" o i "giallobianchi" suonava male, oppure perché in passato era stata adottata una divisa diversa. Mah: io cercavo di giustificare la definizione col colore dei numeri, che in effetti era blu. Beh, in questi biancogialloblu facevano faville un certo Fabrizio Barducco, che oggi ritroviamo efficace "nonno" di questa neonata Isolese, e proprio Claudio Bernardini. Rivederli assieme, domenica, mi farà tornare indietro di vent'anni.

E l'altro "Estic***i"? Quello è molto più nebbioso. "Isola-Sampierdarena cinque a sero", proprio con la "z" dolce. Così pronunciava questa frase la zia Rosetta, una persona che ha rappresentato quanto di più vicino al concetto di "nonna" potesse esistere per il sottoscritto. Se n'è andata nel 2005, oggi avrebbe 104 anni. Una trottola sempre in giro per i negozi di alimentari isolesi ("Quando morirò tutti i bottegai mi fanno il monumento: una statua di me con i sacchetti in mano").  Il suo era un racconto sulla cui veridicità c'era poco o nulla da dubitare, ma assai poco circostanziato. In sostanza, narrava Rosetta, una volta (quando? in che anno? dove? Ero troppo piccolo per conoscere la regola delle "5W") l'Isolese (o una squadra di calcio di Isola) aveva giocato una partita contro "il Sampierdarena" e aveva vinto 5-0, così qualcuno, in segno di sfottò, prese un gessetto e scrisse il rotondo risultato della partita su tutti i vagoni di un treno diretto appunto alla delegazione genovese. "Isola-Sampierdarena 5-0". Quando accadde, se si trattasse di un'amichevole della vecchia Isolese del 1928, se l'avversaria era magari la Sampierdarenese o una sua squadra riserve o proprio una compagine denominata "Sampierdarena", sono tutti particolari che ignoro. Già che ci siamo, qualcuno ne sa qualcosina in più?

venerdì 28 novembre 2014

Recupero!



Un post millegusti per recuperare il tempo perduto e sintetizzare quel che è accaduto in questi ultimi 10 giorni.

- Ancora una volta il calcio si è giustamente fermato per far posto a faccende più serie, come il ripristino di paesi inondati dal fango. Stavolta è toccato a Busalla: avremmo dovuto giocare proprio lì, domenica 16 novembre. Ma ormai, in questo feroce autunno, guardiamo più i siti di meteo che gazzetta.it.

- Il recupero di quell'ennesimo maledetto weekend è stato fissato, in accordo con l'Olimpia 1937: si gioca mercoledì 10 dicembre alle 21.30. In teoria, al Monte Moro.

- A proposito, cosa succede al campo? Niente di particolare, per fortuna, se non che il carico di pioggia caduto durante queste settimane è stato tale da non consentire l'asciugatura del terreno, che in vari punti somiglia a una risaia vercellese. Problemi di drenaggio? Evidentemente sì, in un campo praticamente neonato: la società si sta muovendo affinché le prossime stagioni piovose non creino simili problemi.

- Isolani-Isolese, oltre che un bel gioco di parole da Settimana Enigmistica, è stata anche una bella partita. Ne siamo usciti indenni (2-2), anche se il Vecchio Castagna, che fino al giorno prima era appaiato in testa con noi, ha approfittato della relativa facilità dell'impegno con la Pro Pontedecimo per allungare di due punti. Oddio, facilità: i gialloblu sono andati a riposo sotto di due reti, per poi rimontare nella ripresa.

- A proposito di Pro-Castagna, i padroni di casa si sarebbero lamentati dell'arbitraggio, imputando ad alcuni "aiutini" del fischietto l'impresa degli avversari. Proteste che noi ci limitiamo a registrare, non potendo ovviamente verificare di persona l'accaduto. In Isolani-Isolese, invece, è successo il contrario: la partita è stata al centro di un singolare caso di moviola fotografica. Genova Sport ha infatti onorato il big match di Terza della presenza di una fotografa (la brava Valentina Martini: sue le immagini che abbiamo pubblicato sulla pagina Facebook). Proprio un suo scatto ha dimostrato che il gol del 3-1 per l'Isolani annullato per fuorigioco era regolare, perché sul palo c'era un giocatore biancoverde che non riesco a riconoscere. Nulla da eccepire, se non che di errori così, in un torneo dove il guardalinee è una mera figura ornamentale, ne capitano 5 o 6 a partita. (AGGIORNAMENTO POSTUMO: Vero il fatto che Valentina Martini è brava e ha prodotto un bellissimo servizio sulla partita, ma abbiamo saputo successivamente che l'immagine in questione proviene da una telecamera fissa abitualmente piazzata a bordo campo da un dirigente dell'Isolani).

- Grossi guai arbitrali, invece, per il fanalino di coda Montoggio. Tredici mesi di squalifica al capitano Trofin, Magnani e Tamberi fermi per quattro giornate. Cinquanta euro di multa. Secondo il referto arbitrale, ci sarebbero stati spintoni, insulti, e calci ("Senza comunque provocargli danno", è l'annotazione del giudice sportivo) al direttore di gara. Vola una bottiglietta d'acqua "semipena", si scatena un parapiglia, e non appena riesce a mettersi al sicuro nello spogliatoio, l'arbitro Manuel Mascìa scrive per filo e segno il referto che condanna i biancoblu. Perché a questi livelli la giustizia sportiva è piuttosto spiccia, per motivi organizzativi che si possono anche comprendere, e il referto arbitrale è la Bibbia contro cui nulla può un normale ricorso. Scrivere una memoria difensiva improntata al "Non è vero, non è così, ho dei testimoni" è spreco di tempo e toner: solo un filmato, o un'analoga prova schiacciante, può intaccare la fedefacenza (è proprio scritto così nella giurisprudenza) del referto. Giusto per rinforzare il vecchio proverbio: un giocatore zitto è un giocatore salvo.




lunedì 10 novembre 2014

E salutàtela!

Sì, ok. Un recupero già disputato (e vinto), mentre le dirette concorrenti ancora devono giocarlo.
Sì, d'accordo. L'Isolani, mentre noi battevamo l'Atletico Genova in trasferta, ha appena osservato il turno di riposo.
Sì, vabbe'. Siamo pari con il Vecchio Castagna (che, per inciso, abbiamo già incontrato e battuto).

Però la classifica, al momento, è così come la vedete nel colonnino a destra. Isolese in testa insieme ai gialloblu di Quarto. Nove punti in otto giorni, partendo dal 3-2 sul Montoggio, passando per il 3-0 a Pontedecimo contro la Pro (Molinari dopo papera della difesa avversaria, Lungaro su rigore all'esordio e Barducco con un gol bellissimo: peccato non ci fosse nessuna telecamera o smartphone a riprenderlo) e atterrando sull'1-0 con cui abbiamo regolato l'Atletico Genova (con un po' di sofferenza: gli avversari hanno gettato al vento il rigore del pareggio). Quella dell'Isolese è la miglior difesa del campionato: 4 gol subiti in 7 partite, una media di poco più di uno ogni due match.

Insomma, è vero che la classifica va ancora "normalizzata" dai recuperi di Vecchio Castagna e Isolani (entrambi il 19 novembre). Ma siamo lì sopra, quindi... Salutate la capolista! 

mercoledì 5 novembre 2014

Dal Lagaccio al Grondona



Post al volo per introdurre l'universo biancoverde al recupero di stasera contro la Pro Pontedecimo. Non ho assistito a Isolese-Montoggio 3-2 ma mi parlano di una buona prestazione e di una bella prova di carattere, dopo il serissimo tentativo di rimonta degli avversari. Bene così, quindi: stasera contro la Pro si cerca di agganciare il Vecchio Castagna al secondo posto (la classifica la aggiorno al più presto, abbiate pazienza!) sfruttando la tensione di sabato scorso, ancora viva.

Dopo il Lagaccio (dove oltretutto l'avversario si chiamava Granarolo), il Grondona: all'appassionato di giochi di parole non possono sfuggire questi casuali riferimenti a biscotti, latte eccetera celati nei nomi dei campi che ci ospitano. Segno che - volendo fare una battuta veramente da brividi - l'Isolese forse vuol mangiarsi gli avversari a colazione.

sabato 1 novembre 2014

Quando Dio fischia



Mai come per questo post è valido il disclaimer che vedete alla vostra destra: le opinioni qui espresse sono le mie personali e non coinvolgono l'Isolese, della quale questo blog non è un organo ufficiale. Ritengo comunque opportuno trattare qui la vicenda che segue.

Dunque come promesso ieri sul mio profilo Facebook, ecco qualche delucidazione in più a proposito di Klas Ingesson e la persona che, con un post pubblico e firmato, ha salutato in modo non rispettosissimo la sua dipartita. Sono spiegazioni che devo soprattutto a chi (legittimamente) ha pensato che il sottoscritto stesse operando una superficiale stigmatizzazione di tutta la tifoseria sampdoriana col pretesto dell'atto stupido di un suo singolo rappresentante.

Sgomberiamo subito il campo da equivoci: il tifo non c'entra. A me fanno schifo anche i genoani che hanno festeggiato la morte di vari presidenti blucerchiati, mi fanno ribrezzo gli juventini che inneggiano a Superga, i torinisti all'Heysel, i romanisti a Paparelli... e mi fermo qui per ragioni gastriche.

Ciò che ha mosso la mia indignazione è il ruolo svolto dall'autore dell'infelice post. Si tratta infatti di un arbitro di calcio. Un arbitro di Terza categoria designato per la direzione della partita odierna dell'Isolese. Lo ha scritto tranquillamente, in un post pubblico e firmato col suo nome: Pierluigi Peccetti, appartenente alla sezione Aia di Genova. Lo rivelo solo adesso che la partita è finita (ha arbitrato bene? Male? Non lo so: non ero alla partita, e comunque non mi interessa). Finora ho ritenuto di tacerlo per non esacerbare il clima della gara, tutto qui.

Ora però devo dirlo: non posso accettare che un arbitro, che ogni weekend è chiamato ad essere depositario della regolarità di una partita di calcio secondo principi di lealtà, esprima pubblicamente un commento così bestiale sulla morte di una persona: persona per di più appartenente al suo stesso mondo, quello del calcio. Con motivazioni peraltro mosse da nient'altro che una superficialissima logica "tifosa": il motivo per cui Klas Ingesson non merità la pietà, secondo questo signore, è di avere fatto il proprio mestiere di calciatore professionista e di avere segnato un gol che 15 anni fa ha determinato la retrocessione della squadra per cui costui fa il tifo. Personalmente ho cercato una minima traccia di humor nero in quel post: non ne ho trovato, in quel mare di livore.

Penso che il calcio non abbia bisogno di persone così, che infangano la divisa da arbitro e ne mortificano quell'autorità già di per sé messa a dura prova ad ogni partita (il pubblico medio di un qualsiasi match non è esattamente composto da lord inglesi, e ciò va ammesso senza remore). Come potrebbe instaurarsi quel delicato meccanismo di mutuo rispetto tra arbitro e giocatori in campo, se i giocatori sapessero che quell'arbitro, per un capriccio da tifoso curvaiolo, è capace di gettarselo sotto le scarpe, il rispetto?

Sono dirigente e appassionato di calcio, ma sopratutto sono attento ai problemi del mondo arbitrale (una vecchia amicizia mi lega ad un ex arbitro la cui carriera ho seguito da vicino). Ho presente il principio base "Arbitri in campo, arbitri nella vita"; sono tendenzialmente comprensivo nei confronti di un fischietto che sbaglia; qualche volta - sono un essere umano - mi capita di incazzarmi e urlare qualcosa, e dopo tre secondi mi prenderei a ceffoni. Per questo mi ferisce pensare che sotto quella divisa un tempo nera e oggi di colorazioni varie si possa nascondere uno spirito lontanissimo da quello sportivo. Anche se sono certo che, stavolta, siamo inciampati in una disdicevole eccezione.