giovedì 30 ottobre 2014

L'avversario - Montoggio in "repiggio"



La partita di sabato ha già un vincitore: il gioco del calcio. Perché Isolese-Montoggio è il match che avrebbe potuto benissimo non disputarsi mai, così come tutte le altre gare dei biancoblu valligiani: sarebbe stato il triste epilogo di una storia costellata di incredibili sfortune.

L'alluvione che ha devastato il paese (e il campo, particolare fondamentale) è stata solo l'ultima mazzata sul recente passato della società. Chi segue il calcio minore ricorderà il clamoroso ritiro del Montoggio-Casella dallo scorso campionato di Prima Categoria. Un ritiro in cui la dirigenza (che più o meno è la stessa di adesso) non aveva colpa: l'Agenzia delle entrate aveva infatti multato la società per 80mila euro in relazione a presunte irregolarità contabili della vecchia Casellese, la squadra che si era fusa proprio col Montoggio, facendo sì che la nuova realtà calcistica ereditasse le responsabilità di quelle presunte gestioni "allegre" (si parla delle stagioni tra il 2007 e il 2010). Ottantamila euro rappresentano qualche decina di bilanci di una squadra dilettantistica media: inevitabile il forfait.

Ci sarebbe stato da buttare tutto nello Scrivia e dedicarsi alle bocce. Invece il Montoggio è ripartito da zero, dalla Terza. L'anno del riscatto è iniziato con una sconfitta per 6-0 contro l'Atletico Genova. Poi, l'alluvione, e stavolta non di gol. Il nuovo campo devastato, società e giocatori disorientati e ovviamente concentrati sulla ricostruzione di tutto il paese. Si parla di un nuovo, tristissimo ritiro e invece, alla ripresa dei campionati, il Montoggio è ancora lì. Elegge a nuovo terreno di gioco il campo di Torriglia. Ne becca 5 (a 3) dall'Isolani ma il colpo di scena finale è dietro l'angolo. Domenica scorsa è arrivata la prima vittoria, 2-0 sul Sampierdarena. Il ritorno del Montoggio è completato, e sabato Isola sarà onorata di ospitare questo inedito derby della Vallescrivia.

P.S. - Proprio nelle ore in cui Isolese e Montoggio si affronteranno, nel paese colpito dall'inondazione si svolgerà la "Festa do repiggio" per raccogliere fondi che aiutino, appunto, la "ripresa" di Montoggio. Andateci, se potete. L'assenza dal Monte Moro è giustificata (ma se riuscite a fare la doppietta partita-festa è meglio!)

mercoledì 29 ottobre 2014

Ricomincio da tre (o da cinque)



Tre è il numero perfetto. Ma anche cinque. Perché nel calcio dei moduli che sembrano prefissi telefonici, la difesa a 3 è in realtà una difesa a 5, con gli esterni nominalmente assegnati al centrocampo ma sempre pronti a rientrare, coprire, ripartire. Insomma, 3 o 5 che fossero i difensori dell'Isolese sabato al Lagaccio, la novità di Bini ha funzionato, al netto delle amnesie tipiche di quando si imparano movimenti nuovi. Bertero (numero 20: la "3" della divisa da trasferta, strappatasi nel torneo di Novi, non è ancora arrivata), un grande Schiappacasse e Mattana (19 anni, esordio assoluto dal primo minuto, gran bella prova) al centro, con Lorenzo Parodi e Tiddia a fare i pendolini. Quest'ultimo, che a dire il vero aveva ampia licenza di accentrarsi, in occasione di una delle sue sortite offensive ha fornito l'assist per il gol di Molinari. Con la doppia arma dell'ipnotizzatore Schiappacasse, sempre capace di mandare in tilt due o tre contropiedisti avversari, e della sicurezza di Chiesa, il gol l'abbiamo preso soltanto su una bella punizione. Insomma, le spalle sono abbastanza ben coperte, mentre su ciò che accade dalla metà campo in su c'è ancora del lavoro da fare.

Pareggio giusto, quindi? Tutto sommato diremmo di sì. Il Granarolo ha saputo rendersi pericoloso più o meno quanto l'Isolese, cioè non tantissimo. Raramente le squadre sono arrivate al tiro, e così il pubblico, fondamentalmente composto dalla splendida rappresentanza di isolesi in trasferta e da distratti amici e parenti dei giocatori impegnati nella partita successiva, ha potuto dilettarsi con il wrestling. La situazione degli infortunati è stata seguita passo passo sulla pagina Facebook, qui ricapitoliamo brevemente: Piaggio fermo 20 giorni (accompagnato in ospedale, si temeva la rottura di una costola dopo l'ennesimo contrasto con Vasirani, per fortuna è tutto integro), Rivara forse ce la fa (rovinosa caduta su un fianco dopo fallo di Vasirani che gli ha tolto la gamba d'appoggio), Bertero distorsione alla caviglia, si spera in un rapido recupero (Vasirani non c'entra: ha fatto tutto da solo). Da aggiungere i vari infortuni extra match: da Lolli Firpo (perone, un paio di mesi) ad Alessio Repetto (ginocchio gonfio: difficile ce la faccia per sabato).

Ora ci si prepara per sabato contro il Montoggio, una partita dal significato che va oltre il calcio, visto che gli avversari hanno rischiato seriamente il ritiro dopo l'alluvione che ha massacrato il loro paese: sono stati più forti del fango e siamo onorati di ospitarli. Quattro giorni dopo c'è il recupero a Pontedecimo, il sabato successivo l'Atletico Genova in trasferta. Ci sarà l'occasione di vedere all'opera un po' di gente più che valida rimasta finora ai margini.

mercoledì 22 ottobre 2014

Bentornati sulla Terra


Isolese-Pegli 2007, a modo suo, è stata un ottimo affare. In novanta minuti, al prezzo di un pareggino senza reti, abbiamo potuto osservare un formidabile Bignami di tutti i possibili difetti di una squadra. Ritmo al rallentatore, conclusioni a rete deboli e poco convinte, incapacità di sfruttare ottanta minuti di superiorità numerica, sofferenze assortite nell'ultimo quarto d'ora ad opera dell'unico giocatore notevole (Di Vanni) di una squadra avversaria altrimenti modesta e felicemente mimetizzata nel grigiore da noi imposto.

Chi ha seguito l'Isolese prima d'ora sa, ovviamente, che le potenzialità della squadra sono ben altre e sono già state dimostrate. Escluso, quindi, che buona parte della rosa sia stata nottetempo trafugata da misteriosi alieni e sostituita con controfigure provenienti dal mondo del curling, per spiegare il preoccupante calo cherchez la psychologie. Il film del campionato era stato messo in pausa 15 giorni prima sul fermo immagine di fumogeni biancoverdi, applausi e abbracci. Facile a quel punto, per una squadra dall'età media bassina malgrado la presenza di autorevoli senatori, illudersi che la realtà della Terza categoria sia un'eterna replica di quel glorioso pomeriggio d'inizio ottobre. Illusioni banalmente spazzate via dal fischio d'inizio della gara successiva, e dai primi palloni svirgolati. E così sono tante le note negative da registrare, e pochissime quelle positive. Tra queste ultime, l'ottima prova di Francesco Firpo (il portiere).

Il ritorno dell'Isolese sul pianeta Terra passa ora dal Lagaccio, regno del Granarolo, campo che conosce la pace e la tranquillità solo di lunedì. Sfida dove il carattere e la corsa contano più del modulo. Chi conosce la squadra sa che la capacità di reazione è pari a quella di rilassamento: sul risultato non si può prevedere niente, sull'impegno e la grinta sappiamo di poterci fidare. Buon lavoro a Bini e compagnia.


giovedì 16 ottobre 2014

Dopo il diluvio




E' strano tornare a parlare di calcio dopo quel che è accaduto. Sono passate meno di due settimane dalla splendida festa del 4 ottobre, quando abbiamo inaugurato il campo battendo il Vecchio Castagna: sembra un anno. In mezzo ci sono state giornate vissute ai 200 all'ora: inferni di fango e acqua a pochi chilometri da casa nostra, paura, notti insonni o quasi. Giocatori e dirigenti hanno fatto la loro parte, prestando la loro opera - chi in gruppo, chi separatamente - per spalare e sgomberare i luoghi del disastro a Genova, Savignone, Montoggio, Arquata. (nella foto, una parte del gruppone di giovani isolesi - una ventina in tutto, tra cui svariati giocatori - che per tre giorni ha girato la vallata armato di pale)


Gli allenamenti sono ripresi solo l'altro ieri: sabato si gioca - ve l'abbiamo già detto sulla pagina Facebook - a Sarissola alle 13.15 perché il Monte Moro, nel suo piccolo, ha subìto qualche strascico del maltempo: detriti vari in zona pubblico, allagamenti misti in campo, col sistema di drenaggio in sensibile difficoltà. 

E se il ritorno alla normalità è un po' più facile in un paese come Isola, dove i danni sono stati estremamente contenuti, è bello sapere che il calcio probabilmente ripartirà anche in un luogo vicino a noi, decisamente martoriato. Con ogni probabilità il Montoggio, che gioca nello stesso girone dell'Isolese, proseguirà l'attività agonistica nonostante la distruzione del campo sintetico. Già l'altro giorno l'ottimo Andrea Bazzurro del Corriere Mercantile aveva registrato la volontà dei biancoblu di andare avanti in qualche modo; oggi rilancia riportando che la Ronchese avrebbe offerto loro il campo a titolo gratuito, per allenamenti e partite casalinghe. Attendiamo l'ufficialità, ma siamo fiduciosi di poter accogliere e applaudire i nostri "vicini" il 1 novembre, nella sesta giornata di andata.




sabato 11 ottobre 2014

Braccia rubate allo spalamento



Questa immagine è l'emblema del pugno sullo stomaco che - nel suo piccolissimo - il calcio dilettantistico ha subìto da quest'ennesima alluvione. Il campo di Montoggio, recentemente rimesso a nuovo con un terreno sintetico di nuova generazione, è ridotto ad un panno del Subbuteo sdrucito e spiegazzato. Danni calcolabili dai 200mila euro (il costo di un campo in sintetico, appunto) in su, nel contesto di un Comune paragonabile ad una città bombardata, quanto a ferite. Insomma, chissà se e quando la squadra locale potrà giocare lì. Per quel che può servire, ha tutta la solidarietà dell'Isolese e dell'autore di questo blog.

E anche chi, tra giovedì e venerdì, non ha dovuto badare all'incolumità del proprio terreno di gioco (oddio: a Sarissola, per restare in Vallescrivia, è venuta giù mezza pista d'atletica, a 50 metri dal campo di calcio...), ha avuto il suoi bei crucci nel tentare di mettere in salvo la propria casa e le proprie cose, o quelle di un parente, di un amico, di un collega... Insomma, una situazione drammatica, in cui qualunque attività è passata in secondo piano: pure il lavoro, per qualcuno, figuriamoci il calcio.

In questo contesto, è molto istruttivo - per una futura inchiesta sul perché il meraviglioso gioco della palla-piede finì autodistrutto - analizzare quel che i vertici locali del pallone hanno deciso in merito ai turni di campionato di questo fine settimana.

Venerdì mattina, l'Aics - federazione esclusivamente amatoriale - ha annunciato forte e chiara la sospensione di tutti i campionati. La Figc ci ha messo un po' di più. In realtà, il comunicato del Comitato Regionale (quello che gestisce Eccellenza, Promozione e Prima, più tutti i campionati giovanili appunto regionali) è uscito venerdì alle 18, e sembrava il frutto di un algoritmo informatico: rinviate soltanto le gare in programma in determinate aree particolarmente colpite (val Bisagno, praticamente). A ruota, mezz'oretta dopo, il comunicato provinciale, quello che riguarda Seconda e Terza (quindi l'Isolese). Anche qui, rinvii col contagocce e un trionfo di situazioni paradossali. Nessun riguardo per il Montoggio, innanzitutto. Ma come; se la partita è in casa, dove giocano? Chiarito l'inghippo: la gara era stata già da tempo programmata a Torriglia, dove il campo è praticabile. Ah, ecco! Chi se ne frega se metà dei giocatori, magari, ha mezzo metro di bratta in garage e non riesce a lasciare il paese perché le strade sono a pezzi. Rinvii a raffica in val Bisagno, ancora, ma non in valle Scrivia, dove l'Avosso avrebbe dovuto giocare a fianco della pista crollata. In fondo, una postilla beffarda, che rimanda all'articolo 55 del regolamento: una squadra può non presentarsi alla partita se dimostra cause di forza maggiore. Come dire: non presentatevi, ma poi dovete dimostrare che c'era l'alluvione.

Il prolungamento dell'allerta alle 12 di sabato (poi diventeranno addirittura le 24 di lunedì) aumenta il paradosso, essendoci alcune gare il programma alle 13.15, cioè 75 minuti dopo l'obbligatoria chiusura di tutti gli impianti sportivi genovesi. Sale la protesta, il Comitato viene invaso di messaggi. Il Savignone annuncia: non andiamo a giocare, che ci diano pure 3-0 a tavolino. L'unica, possibile soluzione viene escogitata soltanto verso le 12 di sabato: rinviate tutte le gare di tutti i campionati. Il tutto mentre una squadra come il Don Bosco Spezia è già in viaggio verso Santa Margherita per giocare la partita in programma nel pomeriggio.

Non giudicate male i calciatori dilettanti: pensate solo per un attimo a chi li governa.

martedì 7 ottobre 2014

Erba di casa nostra



Il post che avevo rimuginato per 75 minuti, sabato scorso, riguardava un pareggio che valeva quanto una vittoria. Uno zero a zero con pochi spunti e tanti calci, che un paese intero avrebbe comunque festeggiato come un trionfo, perché era riuscito a veder giocare la sua squadra (che 100 giorni prima era un'ipotesi nemmeno tanto chiara) sul suo campo (che altrettanti giorni prima non avrebbe potuto ospitare nessuna partita ufficiale). Nel post che pian pianino stavo mettendo assieme nella testa, avrei parlato delle tre-quattrocento persone salite al Monte Moro senza sapere a cosa avrebbero assistito, del bandierone biancoverde, dei fumogeni, dei cori. 

Poi, mentre stavo scrivendo un aggiornamento Facebook tipo "75' ancora 0-0, forza ragazzi, resistiamo!", Chiesa ha rinviato, un difensore si è lasciato rimbalzare il pallone davanti, Piaggio lo ha aggirato come un birillo e l'ha messa dentro. Uno a zero, e così fino alla fine.

Così il post riguarda una vittoria immensa per un paese che si ritrova a non parlare d'altro per giorni. Parla di un'impresa che ancora si fa fatica a focalizzare (da giugno a ottobre, dal nulla assoluto a una squadra allestita e un campo rimesso in sesto e omologato). Descrive un gruppo stupendo di ragazzi le cui carte d'identità, raccolte prima della partita per la distinta, abbracciano tre o quattro decenni. 

L'Isolese ha vinto - e qui facciamo un po' i tecnici - malgrado si giocasse in campo neutro, in un certo senso. Già, perché l'ambiente era favorevole al massimo, ma il Monte Moro non era mai stato provato nemmeno in allenamento. L'Isolese, anche se sembra incredibile, ha assaggiato il nuovo terreno, con le sue misure non certo da grande prateria, contemporaneamente al Vecchio Castagna. Che però non è riuscito a raccapezzarsi, quando invece il comandamento base, in un terreno stretto e corto, dovrebbe essere il seguente: "Tira, che tanto ovunque tu sia sei vicino alla porta". Il Vecchio Castagna ha tirato seriamente solo una volta, ed è stato quando la palla ha picchiato sulla parte bassa della traversa e poi a terra (gol o non gol? La Terza Categoria è troppo povera per permettersi i guardalinee, figuriamoci i sensori di porta che abbiamo visto al Mondiale). Dopodiché, i gialloblu hanno impiegato circa 90 minuti a capire che i lanci lunghi, qui da noi, sono lanci lunghissimi. 

Noi, malgrado qualche sofferenza, almeno due o tre volte abbiamo provato a concludere qualche azione, anche se il gol è stato innescato dall'errore madornale di un difensore (Bellomo, immediatamente sostituito). Insomma, le partite belle sono un'altra cosa, ma oltre al risultato abbiamo messo in archivio un paio di informazioni preziosissime: la prima è che il Monte Moro, per com'è fatto, può diventare davvero un'arma in più. La seconda è che Bertero difensore centrale funziona, per cui Bini può arretrarlo tranquillamente in caso di defezione di Alberto Mignone (com'è appunto accaduto: speriamo che l'assenza sia più breve dei 20 giorni preventivati) o di Schiappacasse, senza dimenticare che Mattana, 19 anni, in precampionato si è già dimostrato all'altezza del ruolo. La rosa è buona, le combinazioni non mancano e, soprattutto, nel dopopartita la testa del mister fumava allegramente per tutte le ideuzze tattiche che gli stavano girando dentro. Restate in ascolto, che qualcosa di bello arriverà. 


giovedì 2 ottobre 2014

L'avversario - Che Castagna!


Per quel che valgono le classifiche dopo la prima di campionato, il prossimo avversario dell'Isolese è al primo posto in virtù della larga vittoria ottenuta all'esordio (4-1 sul Sampierdarena 1911).
Dobbiamo preoccuparci di questo Vecchio Castagna che verrà a farci visita nella storica prima partita sull'erba del Monte Moro? Chi ha visto la sfida tra la squadra di Quarto e la neonata "succursale" della Sampierdarenese ha parlato di una partita fin troppo facile per i gialloblu, contro un avversario giovane e ancora poco esperto. Di sicuro, nella nebbia di queste categorie in cui il "sentito dire" si sostituisce agli highlights di Sky, ci sono i risultati recenti di una società reduce da un paio d'anni di Seconda categoria e da altrettante promozioni sfiorate. Nato nel 2004 da un gruppo di reduci del Boccadasse, storico marchio finito in una fusione con la Goliardica, il Vecchio Castagna prende il nome da una delle zone alte di Quarto. Su questa squadra ha avuto modo di spendere qualche parola l'allenatore dell'Avosso Cristiano Cinacchio. Il quale, dopo averci fatto i complimenti per la partita di sabato (grazie, mister...), non ci risparmia una frecciatina-ina-ina, parlando del nostro campo "stretto e corto". D'altronde si sa che la possibilità di giocare in casa propria può suscitare un po' di (legittima) invidia...

Nella foto, la più recente tra quelle del sito ufficiale vecchiocastagna.it, una formazione di due anni fa.